Norvegian f**k. Il metodo scandinavo per imparare a conoscere la natura. E starne alla larga per sempre
Are Kalvø è cresciuto in un paesino da fiaba nel Nordovest della Norvegia, circondato da fiordi e montagne e visitato da milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Eppure lui non è un uomo da «aria aperta» e, una volta trasferitosi in città, non si è più guardato indietro. Ma questo non è mai stato un problema. Almeno fino a qualche anno fa, quando si è ritrovato senza più un amico perché andavano tutti in gita tra i monti, come ogni buon scandinavo che si rispetti. Non c'era giorno in cui accedendo a Facebook non vedesse foto e selfie dei suoi amici scattati tra i boschi o in mezzo alla natura. Segnali sufficienti per cominciare a farsi delle domande. Era forse lui a essersi fatto un'idea sbagliata e che il meglio della vita non fosse solo molta gente e molto rumore? E se si fosse perso qualcosa in tutti quegli anni? Forse è solo incontrando la natura faccia a faccia che comprendi quanto tu sia realmente piccolo? Qualcuno una volta ha detto che nella vita bisogna provare tutto. Un invito a essere curiosi e a lasciarsi trasportare. Ed è quello che decide di fare anche lui. E così, a piedi con gli sci, passando da un rifugio all'altro - rifugi dal nome strano e impronunciabile come Styggemannshytta o Myggheim (che tra l'altro significa «Dimora delle zanzare») - andrà su e giù per le montagne per scoprire cos'ha di tanto affascinante l'odiata natura.
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