Sirventese notturno. Le donne, i «cavalieri», l'armeggiatori, le ardite prese (in giro), io canto...

Sirventese notturno. Le donne, i «cavalieri», l'armeggiatori, le ardite prese (in giro), io canto...

Sirventese notturno. Le donne, i «cavalieri», l'armeggiatori, le ardite prese (in giro), io canto...: Fu grazie ad un improvviso trasferimento nella provincia milanese che Ferruccio, proprietario di un casale sulle colline bolognesi, decise di offrire, in cambio di un simbolico affitto questo angolo di paradiso ai suoi cari amici. Subito ribattezzato da tutta la compagnia come Villa Arzilla. Le vicende di tutta la "ghenga" si intrecciano e rincorrono in un susseguirsi di filosofeggiamenti, festeggiamenti, musicamenti e pasti bucolici, raccontati con una tale leggerezza ed ironia. Un libro basato, in fondo, sulle rimembranze, riviste e rivissute. Anziché "Sirventese" si sarebbe potuto intitolarlo "Rondò", oppure anche "Madrigale", la voglia di dedicare questo volume all'amicizia ed alla convivialità sarebbe stata comunque la stessa. Come pure l'attributo "notturno", aggiunto in ossequio all'insonnia dell'autore, prima responsabile dell'impresa. Un pamphlet che un famoso comico di oggi definirebbe composto da un 75% di realtà ed un 80% di fantasia. Un'opera schietta e godibile. "Una notte sognai di volare. Non mi era mai successo di provare un tale senso di levità: tutt'ad un tratto io potevo fluttuare nell'aria a mio piacimento! Fu per me una emozione indimenticabile. Talmente bella che mi fece pensare perfino ad una premonizione, dal momento che quella stessa mattina seppi che il mio libro sarebbe stato, finalmente, pubblicato".
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