Che se fa annillà? (Che succede lì?)
Roma mi seduceva con la sua bellezza. Ero così eccitato di essermi trasferito che dormivo pochissimo: la mattina mi alzavo presto per andare a lavorare e poi restavo in giro fino a notte fonda. Camminavo tanto, a differenza di mio fratello Vincenzo non avevo mai posseduto una macchina. Non possedevo neppure la patente perché la malattia cardiaca mi impediva di guidare. Ma ancora una volta, come direbbe quel contadino: Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo? Mio padre infatti aveva regalato una 500 a mio fratello Vincenzo, che dopo pochissimo tempo ebbe un incidente distruggendola completamente. Sopravvisse per miracolo, e quell'episodio non mi fece mai rimpiangere il fatto di non guidare.
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