Racconti di Sebastopoli. I racconti di guerra del 1855
I “Racconti di Sebastopoli" sono una specie di introduzione a Tolstoj; già di alta qualità, aiutano a comprendere la sua visione del mondo, la sua poetica, la sua letteratura, e rappresentano non solo una svolta nella sua carriera letteraria e nel suo pensiero ma una svolta nella concezione e nel racconto della guerra in assoluto e nell’opinione pubblica che, d’allora in poi, non saranno più gli stessi. Quella del primo Tolstoj è una visione già lucida e priva di pregiudizi, è già la ricerca della verità che si fa strada. Alla base, il rapporto con il potere, che fa da apripista al suo nascente antimilitarismo: l’empatia con il popolo (russo) dove al coraggio rassegnato dei soldati sta, di fronte, la supponenza degli ufficiali, che comandano. E poi la celebrazione non della guerra e della violenza ma della verità. Nessuna celebrazione della guerra, né patriottica né ideologica, né utilitarista né economica né sentimentale, né eroica né romantica: ma una denuncia dura, lucida, irrevocabile, dell’assurdità di essa. C’è un’unica eroina, che si deve celebrare, e questa è la verità, l’unica da amarsi con tutta l’anima. Nella classica traduzione di Enrichetta Carafa Capecelatro.
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