Firenze. Sangue e arena. L'altra faccia della culla del Rinascimento
Un gladiatore fiorentino, Dracula e il Rinascimento, un mondo di capolavori e mostri. Ogni essere umano è figlio del suo tempo. E così fu anche per i grandi geni che illuminarono la storia di Firenze, facendo della città un miracolo irripetibile. Ma che cosa si nasconde dietro l’immagine della tanto decantata “culla dell’arte”? Quanto sangue dovette scorrere come tributo del bene e del bello all’altra faccia – quella ben più ingombrante – del sangue e del sadismo? Quanti poveri cristi finirono sacrificati nell’anfiteatro romano per il divertimento della gente o sull’altare profano dei patiboli, delle torture e delle cruente orge pubbliche e private? Eppure, anche i tormenti dei quali furono testimoni gli artisti, come tutti gli altri cittadini, si trasformarono miracolosamente in estasi sugli altari, nei palazzi, nelle chiese, nelle biblioteche. L’aria dei tempi. Stefano Sieni, inviato speciale, ricercatore, esploratore già noto anche all’estero per le sue scoperte e per le sue pubblicazioni, raccoglie in questo libro una vita di studi, di avventure e di curiosità. È una incredibile cavalcata attraverso i secoli, un viaggio pieno di nomi, di date, di rivelazioni sulla città e i suoi misteri. Si comincia con un giallo documentato da una inquietante stele funeraria. È la tragica epopea di un gladiatore che era una vera star del pubblico, ma sarebbe stato ucciso a tradimento nell’arena. Compare poi sulla scena, fra le tante ombre, anche quella di un personaggio storico del Quattrocento, Vlad III di Valacchia, entrato nella leggenda letteraria come Dracula nel romanzo di Bram Stoker. Quali contatti ebbe in effetti il poliglotta Vlad III con Firenze e con il mondo degli umanisti del quale faceva parte anche lui?
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