Cutusio
Cutusìu si ripubblica adesso, completamente rivisto nei testi e nella traduzione, con l'aggiunta di 20 inediti. Uscito la prima volta in un'edizione privata a limitatissima tiratura, nel 1994, può considerarsi come un libro nuovo. Alla sua prima apparizione, di Cutusìo si accorse quasi per caso la giuria del premio Moravia appena istituito. Con vera sorpresa dell'autore, appunto perché si trattava di una edizione fuori commercio e senza un marchio editoriale, i giurati assegnavano al volume il "Premio Alberto Moravia". La storia di Cutusìo racconta i primi tredici anni di vita dell'autore in una piccolissima contrada del marsalese che porta il nome cha dà il titolo al libro. Cutusìo è il borgo e insieme le sue creature e il suo rustico idioma; è scenario e protagonista del poema che si raccoglie intorno alle esperienze di "Colui che dice io" dal giorno della nascita, l'8 giugno 1950, al congedo dall'infanzia, nell'estate del 1963. Il libro restituisce dunque la biografia di un fanciullo. L'universo dei volti, dei suoni, dei colori che egli impara a conoscere. Una epifania di povere cose, uomini, piante, animali. Enzo Siciliano fu tra i primi ad accorgersi di questo libro. Un libro, come lui stesso dice recensendolo su Repubblica, «stampato alla macchia». E così conclude questo suo intervento critico: «Come in una lontananza che una macchina da presa via via stringe a una serie di dettagli abbacinanti, la narrazione lirica di de vita, nel sapore bruciato del dialetto, raggiunge l'altezza di un epos. De Vita non cerca simboli nell'accadere: metaforizza l'esistenza nella crudezza della parola. È questa la sua forza, la sua singolarità: l'oltre che ci suggerisce è la cosa stessa. Ci si accorge che questo risultato purissimo e straordinario è tutto intero consumato in quella lingua di confine mediterraneo: non sarebbe possibile coglierlo altrimenti, con pari intensità e realtà».
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