Vite in vetrina. L'immagine degli scrittori dal 1800 a oggi
Che cosa ammira il pubblico in un autore che reputa importante? La sua opera? La sua vita? E quale relazione si immagina che esista fra le due? Oggi il valore attribuito a un'opera letteraria dipende sempre meno da criteri estetici, difficili da stabilire nel mondo globalizzato, e sempre più da fattori extra letterari, che si condensano nella figura pubblica interpretata da ciascun autore. Alle aspettative dei lettori si può venire incontro solo incarnando certe "idee di scrittore" che si sono sedimentate nell'immaginario collettivo da duecento anni a questa parte. Alla loro realizzazione individuale contribuiscono l'immagine di sé che l'autore produce attraverso le sue opere, quella con cui si presenta al pubblico attraverso i mass-media e gli incontri dal vivo, quella generata dalla critica, quella che i suoi ammiratori fanno circolare, e il rapporto di tutte queste con la sua vita reale. L'immagine pubblica è una costruzione a cui gli autori lavorano con attenzione, enfatizzando ciò che serve al proprio scopo e occultando ciò che lo contraddice. Una volta fissata nel pubblico, l'immagine si riverbera sull'autore che l'ha prodotta, condizionandone le strategie di autopromozione e le scelte creative, sulle quali agiranno inevitabilmente le aspettative dei lettori. Per essere fruitori consapevoli della letteratura occorre mettere a confronto queste fiction, alcune presentate dai loro autori come tali, altre no. Lo scopo di questo libro non è produrre del gossip biografico, né tornare sulla vecchia questione del rapporto arte-vita, né fare del moralismo sui lati di sé che gli scrittori hanno occultato o falsificato, quanto cogliere le ragioni di tali manipolazioni e dei meccanismi che regolano la fortuna in campo letterario, influendo in modo decisivo sul senso, la valutazione e la fama delle opere.