Il bianco della luna
Quando un poeta si antologizza non fa soltanto una scelta delle sue poesie più riuscite o conosciute, ma si impegna a fornire al lettore le coordinate di un percorso che nel tempo ha assunto la forma di un dialogo col proprio mondo interiore e con la realtà che lo circonda. È il caso di questo volume di Nino De Vita. «L'opera di De Vita sta in equilibrio tra la parola e il sottinteso, tra il detto e il taciuto. La discrezione con cui narra e illumina, svela e pudicamente allude, è il suo segreto. Mestiere, sì, ma anche necessità antropologica. Tutto è infinitamente complesso e intrecciato, tutto si tiene nel teatro del mondo, in cui ognuno svolge la propria scena, impersona la propria parte. E lui, il poeta, appare intento alla decifrazione, mentre fila il vasto intreccio di queste vite prese all'amo della necessità e della pena, una pena universale» - Daniele Piccini, La LetturaDe Vita propone una selezione personale e al tempo stesso esemplare, partendo dalla prima raccolta, Fosse Chiti, per arrivare fino alla più recente, Tiatru, concludendo con una scelta di inediti che anticipa la direzione attuale della sua poesia. "Il bianco della luna" schiude le porte a una visione del mondo che nasce da uno dei suoi tanti ombelichi: per il poeta la contrada siciliana di Cutusìo, il cui lessico dialettale permea l'opera, che diventa così lo scrigno di parole altrimenti a rischio di perdersi senza memoria. Prefazione di Emanuele Trevi.