Specchi
Scrittrice ungherese di famiglia ebraica, Edith Bruck, a tredici anni viene deportata ad Auschwitz e poi in altri campi, tra cui Dachau e Bergen-Belsen, dove sarà liberata nell’aprile 1945. In “Specchi” l’autrice si esercita in una prova lirica ininterrotta che ha la sua origine in un’ennesima sopravvivenza: nella necessità di ricostruire stralci del passato e del presente attraverso gli oggetti di una stanza che raccontano, come in una successione di specchi, l’itinerario di una vita.