Ritorno a Gerusalemme
Ritorno a Gerusalemme: Alessandro Forte è seduto al tavolino di un caffè vicino al Duomo di Milano. Gli si avvicina un uomo, ben vestito, sorridente, che lo saluta. Alessandro non lo riconosce, l'altro si finge stupito, «Ma come, non ti ricordi? Sono Gesù». I due si erano incontrati anni prima, a 7 chilometri da Gerusalemme. Si erano confrontati incontro dopo incontro, con una dialettica utile a entrambi. Adesso Gesù è tornato per controllare, dal vivo, come sono andate le cose. E così si presenta come uomo, senza superpoteri. E con un'idea: «Tornerò all'inizio, al passaparola, questa vostra comunicazione non funziona, niente internet, niente social, si comunica guardandosi negli occhi». Gesù sceglierà dodici testimoni per questa missione. Non apostoli, testimoni. E così, Alessandro e Gesù si mettono alla ricerca. C'è ironia e simpatia nel rapporto. Si sorride spesso. E c'è una novità, importante: le donne. Ai tempi della prima venuta non avevano una legittimazione giuridica, adesso non possono essere ignorate. Gesù e Alessandro stabiliscono dodici grandi temi della civiltà e scelgono i relativi testimoni: saranno loro i protagonisti del passaparola. Un'impresa immane. Ma occorre tentare, come avvenne la prima volta. Gesù, compiuta la sua missione, esce di scena. Senza croce e senza sangue.
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