Tutto il mare che non c'è

Tutto il mare che non c'è

1984. Agata De Caro ha nove anni e vive nel quartiere Vomero di Napoli con i genitori e due sorelle più piccole. Una sera, mentre guarda dalla finestra, rimane incantata da uno spettacolo inatteso: farfalle di fuoco danzano nell’oscurità. In realtà, la macchina del padre Luigi sta bruciando. Senza ulteriori spiegazioni, i De Caro si trovano costretti a lasciare in fretta la loro casa e a trasferirsi nell’Alto Piemonte. La bambina è spaesata, percepisce l’ostilità dei nuovi compagni di scuola, eccezion fatta per la vicina di banco Paola, che sta vivendo anch’essa un dramma familiare. L’atteggiamento del padre Luigi, che si preclude ogni contatto con l’esterno, confonde Agata, aumentando il suo smarrimento. È già tempo, per lei, di interrogarsi sulla realtà del mondo dei “grandi”, sugli effetti della lontananza da Napoli, sull’umore della mamma Francesca e su ciò che il papà le sta nascondendo. Trovare un equilibrio tra tante incertezze è difficile: per Agata la ricerca della verità diventa una necessità. Il mare di casa inizia a prendere colore e a far germogliare in lei una nuova consapevolezza, il primo passo per definire se stessa e le persone che ama di più.
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