Io, dopo di lei
Un esordio impressionante per freschezza e sensibilità, uno sguardo lucido sulla bellezza – necessaria – della vita di coppia, e della vita tout court: verità e illusioni comprese. Maida e Gene sono stati sposati tutta la vita. Davvero, tutta la vita. Si sono conosciuti all'università, sono diventati amici e poi amanti, hanno deciso di farsi una promessa e alla fine sono stati così intimi da non dover ricorrere alle parole per dirsi le cose importanti. Si sono amati? È la domanda che si sta facendo Gene, mentre si prepara a scrivere l'orazione funebre per la moglie, che se n'è andata prima di lui. Dopo tanto tempo, tanti silenzi, l'assenza di Maida, così repentina e dolorosa, fa vacillare il suo equilibrio come una scossa tellurica, rimettendo in discussione tutto ciò che aveva dato per scontato. Per la figlia Dary, Gene diventa un anziano da accudire in un momento difficile e, per quanto si senta fragile e vulnerabile, lui non riesce ad apprezzare quel rapporto di sudditanza, quel ribaltamento dei ruoli. Gli amici di sempre, Ed e Gayle Donnelly, diventano improvvisamente ambigui, quasi estranei, pieni di segreti che si sono nascosti nelle pieghe del passato. Che Gene comunque si sforza di rileggere mettendo in fila i ricordi più belli. Così, nei giorni che lo separano dalla cerimonia, Gene guarda il suo mondo senza la compagna da una nuova prospettiva ed entra perciò in una nuova vita. Il cui incipit coincide con quello del grande classico che ha deciso di leggere, finalmente: «Le famiglie felici si somigliano tutte quante; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo».