Favole perdute di Venerando Gangi
Sembra che ogni terra abbia il proprio favolista, che non diletta soltanto ma ammonisce poeticamente con l’arma che più gli si addice: la parola. Esopo, Fedro, La Fontaine… L’antica Grecia, la Roma augustea, la Francia del Re Sole. Questi autori, pur lontani nel tempo e nello spazio, si sono raccontati vicendevolmente di scaltre volpi, agnelli indifesi e lupi cattivi. Ad ascoltarli c’era pure l’acese Venerando Gangi, il quale ha dato nuovo lustro ad alcune storie e, di sua inventiva, ne ha create altre, rivestendole tutte – le classiche e le inedite – di una nuova patina, che è quella del dialetto della Sicilia orientale del XVIII secolo. “Un Poeta favulista / lu gran fruttu menti a vista…”. (Antonio Di Mauro)
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