Un' avventura arbitrale
L'originalità di questo agile volume sta nella scelta di portare fuori dal perimetro più strettamente giuridico e tecnico il racconto di un'avventura legale quale è quella di un arbitrato particolarmente sofferto, seppur a lieto fine. Ne è uscito un felice pamphlet, puntuale e preciso e allo stesso tempo arricchito da uno stile colto, raffinato e godibile, così come lo sono, per unanime consenso, gli scritti redatti dall'autore nella sua attività professionale. Quasi un cahier de doléances, questo libro, che non ha altra pretesa che di lasciare traccia e di indurre qualche riflessione a proposito di una complessa avventura giuridica, confermandoci, se ce ne fosse bisogno, che dietro leggi e codici c'è sempre il volto degli esseri umani. «Ottenuta infine la "vittoria" davanti al GUP, Fulvio Villa ha preso carta e penna e, finalmente sollevato, ha ripercorso le tappe dell'amarissima vicenda. Sì, carta e penna: perché l'uomo è all'antica, più analogico che digitale, raffinato nei gusti e nelle letture. La stilografica è un vizio che adora, tra i tantissimi: gli oggetti d'arte della casa-museo, gli abiti di sartoria e le scarpe fatte su misura, le vacanze al Ritz di Parigi, le prime al Regio e alla Scala, eccetera eccetera eccetera. Chi lo conosce non ha bisogno di spiegazioni. Nella professione, insegue l'onorabilità e difende la dignità, senza compromessi.» (dalla prefazione di Claudio Rinaldi)
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