Una banda di idioti
«Con il disfacimento del sistema medievale, gli dèi del Caos, della Pazzia e del Cattivo Gusto presero sempre più campo.»«L'America depressa e spaventata di questi tempi ha bisogno di altri Ignatius e Belushi, non di divi o generali» – Stefano BenniQuando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fan-no banda contro di lui. È il principio primo che muove ogni altra idea, sogno e azione di Ignatius Reilly, uno dei massimi nemici del popolo americano del nostro tempo. Immaginate una strana miscela fra un barbone, un Oliver Hardy impazzito, un Don Chisciotte grasso e un Tommaso d'Aquino perverso. Immaginate un gigante con baffoni e berretto verde da cacciatore che, fra giganteschi rutti e flatulenze, si vede costretto a continui attacchi contro un'America «priva di geometria e teologia». Attorno a lui, in una New Orleans trasformata in palcoscenico quasi dadaista, un coro di personaggi epici. Jones, negro in semischiavitù, che fulmina con una frase al vetriolo «quella nazista della padrona» del Notti di Follia; la signorina Trixie, ottuagenaria sempre a caccia di prosciutti pasquali e dell'eterna giovinezza. Myrna, anarco-femminista di New York, che sfida con un serrato carteggio anima e sesso di Ignatius. Immaginate le Manifatture Levy, un diario del lavoratore, una rivolta di operai attorno a una croce eretta nell'ufficio contabilità...