La fine della coscienza? Dalla mente bicamerale all'intelligenza artificiale
Gli autori approfondiscono alcune tematiche relative ai fenomeni paranormali con rigore scientifico, per indagare come funziona la coscienza umana in circostanze particolari. Senza escludere del tutto la possibilità che certi fenomeni strani (esperienze di premorte, percezioni extrasensoriali, etc.) esistano, pur riconducendoli a un discorso più ampio sull'evoluzione della coscienza, a partire dagli studi sulla mente bicamerale di Jaynes. Analizzando con sguardo critico i più recenti progressi nel campo delle neuroscienze e dell'intelligenza artificiale, i due autori ipotizzano che la coscienza sia un fenomeno relativamente recente dal punto di vista evolutivo, che l'eccesso di automazione del mondo moderno sta mettendo in crisi, inibendo processi mentali vecchi di millenni. Tanto da essere diventata un intralcio in molte situazioni della vita quotidiana e lavorativa. Una crisi che potrebbe sfociare in una modalità di pensiero robotico, che si limita all'esecuzione di istruzioni impersonali come se fosse un algoritmo, in maniera simile a quanto accadeva più di duemila anni fa, quando le voci immortali degli dèi ispiravano le gesta degli eroi omerici. Si avverte quindi la necessità di ritornare a un nuovo Umanesimo, affinché la bellezza e la meraviglia suscitate da ciò che ancora non conosciamo possa guidarci alla scoperta di noi stessi e dell'Universo del quale facciamo parte.
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