Forse non morirò di giovedì

Forse non morirò di giovedì

Riunione di redazione: davanti al direttore Sovesci, i suoi nove giornalisti. Siamo in un giornale di provincia. Arriva una notizia strana. Due uomini, forse due gay, di notte, in un parco, sono stati picchiati da quattro teppisti. Il direttore Sovesci dà indicazioni su come approfondire la notizia, poi lascia la redazione perché ha un appuntamento. Una sua ex giornalista, Caterina, che lavora in televisione, vuole intervistarlo. È un uomo solo. La moglie lo ha lasciato, è convinto che il giornale sia la sua seconda casa. L'azione si svolge in dieci giorni. Il romanzo è inframmezzato da spezzoni intervista rilasciata a Caterina, in cui Sovesci parla del giornalismo di bottega, quando l'unico mostro tecnologico conosciuto e utilizzato in redazione era il fax, e del giornalismo libero.
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