Nicola Samorì. Sfregi. Catalogo della mostra (Bologna, 8 aprile-25 luglio 2021). Ediz. italiana e inglese
Il volume, pubblicato in occasione della prima mostra antologica in Italia di Nicola Samorì nelle sale museali di Palazzo Fava a Bologna (8 aprile - 25 luglio 2021), consente una lettura esaustiva del ventennale percorso dell'artista bolognese. Samorì si confronta con le opere dei grandi maestri del Cinquecento e Seicento, interpretandole con lo spirito tormentato del nostro secolo. Attraverso gesti repentini e violenti, trasforma la pittura dando vita a opere nuove, pregne del turbamento tipico del linguaggio contemporaneo. Il testo curatoriale e le immagini raccontano la volontà dell'artista di turbare, trasgredire e trasfigurare le immagini preesistenti, attraverso il ricorso a pratiche diverse, come forare e grattare la tela. L'incessante legame con la storia dell'arte e, nello specifico, con l'epoca barocca, permette all'artista di articolare un percorso di suggestioni e analogie con la collezione di Genus Bononiae, innescando uno stretto e intenso dialogo con i preziosi affreschi e fregi del Palazzo, quasi a volersi mettere in competizione con essi, attraverso i propri "sfregi". Il percorso espositivo e il catalogo ospitano anche opere più intime ma non meno preziose, che permettono allo spettatore di abbracciare la vasta e complessa produzione di Samorì, la ricerca maniacale e ossessiva che gli ha permesso di differenziarsi dall'odierno panorama artistico, balzando agli onori della critica internazionale. Artista tra i più originali della sua generazione e figura che ha saputo creare una versione eterodossa dell'arte, Nicola Samorì (Forlì, 1977) ha all'attivo due partecipazioni alla Biennale di Venezia (2015, 2011). Negli ultimi anni, diversi musei italiani hanno ospitato sue opere, ma i riconoscimenti più importanti gli derivano dalle mostre personali all'estero, in spazi istituzionali come lo Yu-Hsiu Museum of Art di Taiwan, il MOCAK di Kraków, la Neue Galerie di Gladbeck, il Center for Contemporary Art di Szczecin e la Kunsthalle di Tübingen. Traduzione in inglese di Susan Ann White per Scriptum, Roma.
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