Tebaldi Callas
Partendo esclusivamente dai personaggi portati sul palcoscenico, dalle interpretazioni teatrali, dalle registrazioni live e in studio, Giancarlo Landini e Giovanni Vitali analizzano i motivi per i quali i due più grandi soprani del Novecento furono – e restano – “La Tebaldi” e “La Callas”. Per una scelta precisa degli autori sono pochissimi i riferimenti alle loro tormentate vite private; nessuno spazio è concesso al divismo, alla presunta rivalità, al gossip: su questi argomenti la letteratura è già molto vasta e appare oggi inesorabilmente datata. Le riflessioni prendono invece spunto dalle partiture, da quelle pagine musicali che sono lo specchio indiscutibile della volontà degli autori e che fanno emergere quanto le due straordinarie primedonne furono scrupolosamente attente alle indicazioni dinamiche, agogiche ed espressive dei compositori, dando vita l’una, la Tebaldi, ad una sublime, rinnovata stilizzazione del canto classico di tradizione ottocentesca e inventando l’altra, la Callas, quell’originale, moderno “teatro della voce” che trova nella drammatica inquietudine del ventesimo secolo la sua ragion d’essere, come dimostrano anche le suggestioni esercitate dal suo particolarissimo strumento sul cinema. Dopo gli anni dei rispettivi centenari della nascita, una raccolta di saggi non su la Tebaldi o la Callas, ma su la Tebaldi e la Callas, entrambe artiste uniche, imprescindibili nella storia della vocalità, al di sopra dei gusti soggettivi, delle tifoserie e dei fanatismi, proprio come le divinità dell’Olimpo alle quali ambedue di diritto appartengono.
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