Caino e Abele erano sorelle. Perché la rivalità è ancora
Grimilde, pronta a tutto – persino a far uccidere Biancaneve – pur di rimanere la più bella, a dimostrare una sorta di invidia connaturata che non si placa con la fortuna, lo status o l'età. La matrigna che osteggia Cenerentola per far primeggiare le sue figlie, a illustrare la complicità al femminile, specie contro una nemica comune. Sono già le favole a raccontare alle bambine la "normalità" del male tra ragazze. E nella cronaca gli esempi di rivalità, anche feroce, non mancano: basti pensare, fra i tanti, al caso della pattinatrice sul ghiaccio Tonya Harding e dell'aggressione alla rivale Nancy Kerrigan. Le donne sono spesso "nemiche per la pelle": competitive, aggressive, in eterna lotta per essere o quanto meno sentirsi uniche. Lo dice la storia, lo conferma l'esperienza, lo misurano i dati che anche sul lavoro vedono una scarsa sorellanza, perché per molte la prima prova del successo è comportarsi "da uomini" ed essere ammesse nei loro circoli. È la cosiddetta sindrome dell'ape regina, alla quale di fatto vengono educate le ragazze, chiamate a essere brave, belle e buone. In una società non di rado sessista che di bellezza e giovinezza fa valori riconosciuti e apprezzati, non stupisce la lotta delle regine contro le principesse. E in mestieri in cui i posti per le donne sono pochi non sorprende la competizione accesa, anche aggressiva. Questo libro è un viaggio alla scoperta delle ragioni – e dei segreti ‒ della rivalità femminile, per capire se veramente invidia, gelosia e competizione sono malattie di genere. E perché Eva è da sempre contro Eva.
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