Raffaella. Star e icona

Raffaella. Star e icona

Il modo di ballare che amava definire «spettinato». L’ombelico scoperto portato in primo (anche primissimo) piano, a educare il pubblico a nuovi, liberi desideri. Il “Tuca tuca” che del desiderio faceva gioco davanti a milioni di spettatori, rinnovando così lo sguardo del Paese. Il femminismo. E il diritto all’amore, per tutti, che l’ha resa un’icona Lgbt. È stata la libertà – acquisita, sdoganata, ambita – la grande protagonista della carriera di Raffaella Carrà. Nell’ottantesimo anniversario dalla nascita della regina della tv italiana, avvenuta il 18 giugno 1943, un’indagine attenta delle sue tante ribellioni che hanno contribuito a cambiare i costumi del Paese. Dalla danza alla conduzione, dal canto ai giochi televisivi, mettendo in campo più talenti, Raffaella Carrà si è fatta emblema e strumento delle rivoluzioni giovanili degli anni Sessanta e Settanta, portando la ribellione sullo schermo con audacia ma al contempo con garbo, facendola diventare costume. Ciò che sembrava dirompente, grazie al suo modo di fare, vestire e parlare è divenuta consuetudine, conquistando attraverso lo schermo anche i salotti e gli animi più restii al cambiamento. La prima analisi dell’impronta rivoluzionaria di Raffaella Carrà, per capire come eravamo e cosa siamo diventati.
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