I campi di orcus e altre poesie
La poesia di Julij Gugolev parla liberamente di ogni cosa, ma soprattutto riflette sull’individuo, che il poeta denuda progressivamente, fino ad arrivare alla sua essenza più intima. Nella sua ultima raccolta, “I campi di Orcus”, edita in Israele, che raccoglie poesie scritte fra il luglio 2021 e il luglio 2022, la tragica attualità di una guerra che lascia attoniti prende il sopravvento nell’immaginazione del poeta e l’attenta riproduzione dell’intonazione colloquiale da pacata diventa sferzante. Il titolo “I campi di Orcus” rimanda al dio degli inferi della prima mitologia romana, come è ritratto in alcuni affreschi della cosiddetta Tomba dell’Orco, un sito etrusco vicino a Tarquinia. Ma il latino Orcus, diventato l’italiano Orco, lo spauracchio dei bambini, migrato nel mondo anglosassone, viene ripreso da J.R.R. Tolkien nella sua personale mitologia fantastica, negli Orchi della Terra di mezzo, e Orchi vengono chiamati dagli ucraini i soldati russi che uccidono, «digrignando la dentatura ferina». La presente raccolta è il primo libro in italiano di Julij Gugolev e comprende poesie pubblicate nelle ultime tre opere, "Noi siamo l’altro" (2019), "Lo zampognaro di Arlington" (2020), "I campi di Orcus" (2022).
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