Mosche bianche. Manuale di sopravvivenza per parrocchiani

Mosche bianche. Manuale di sopravvivenza per parrocchiani

Dopo aver fotografato la realtà per come si presenta (cioè scristianizzata anche nel Veneto “bianco”), l’autore esalta la bellezza di una (piccola) minoranza, una minoranza a servizio del mondo. Ed esprime un nuovo punto di vista, profetico, sulla questione relativa ai cosiddetti «soliti», affermando che in realtà i «soliti» che partecipano alla vita della parrocchia sono in realtà quelli che ci sono, e sono loro a costruire la comunità cristiana. Di fronte a questa rivoluzione nel modo di vedere le cose, si tratta non di vedere con rassegnazione quanto pochi siamo, ma di sorprenderci perché loro ancora ci sono. Non si propone soltanto una prospettiva diversa in teoria, ma si cerca di trarne le conseguenze anche nella pratica (messa della domenica, catechismo, celebrazione dei sacramenti). È un appello al coraggio perché ci vuole coraggio per ritrovare le motivazioni e la gioia di vivere il Vangelo. Ci vuole coraggio a vivere da cristiani. Resta però l’avventura più entusiasmante. Essere una mosca bianca indica l’essere una eccezione; inoltre il riferimento al colore bianco ricorda con simpatia l’età media dei nostri fedeli. Il sottotitolo è «Manuale di sopravvivenza per parrocchiani»: non perché si tratti solo di sopravvivere, ma per il fatto che – di questi tempi – frequentare e vivere la parrocchia diventa sempre più controcorrente, e quindi difficile e impegnativo.
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