Voci e silenzi di donne nell'Antico Testamento
Nel moltiplicarsi dei volumi sulle donne nella Bibbia questo si distingue per due ragioni. Anzitutto per l'originalità del filo tematico individuato: voci e silenzi di donne risuonano in tutto l'Antico Testamento e conoscono diverse modulazioni (canti d'amore e canti funebri, silenzi di dolore e silenzi di denuncia). Si compone così una polifonia di voci che si fondono in un inno adorante al Dio di Israele. In secondo luogo l'autrice, fine conoscitrice delle lingue e delle religioni del Vicino Oriente antico, si attiene al principio ermeneutico per cui non si può parlare della donna nell'Antico Testamento partendo dalla situazione attuale, dalle nostre idee, dalle nostre vere o presunte conquiste. Soltanto recuperando la realtà storica di quella società si potrà comprendere il motivo per cui la donna si trovava in una condizione di inferiorità. Un'attenta analisi dei testi biblici rivela l'inconsistenza di molti luoghi comuni, dovuti a traduzioni errate di termini ebraici: si pensi per esempio a categorie come «lo sposalizio» (la prima fase del procedimento matrimoniale), il m?har (la somma che lo sposo doveva consegnare alla sposa all'atto della stipulazione dello sposalizio), la «moglie secondaria». Con un linguaggio comprensibile e una documentazione ben vagliata, l'autrice aiuta a leggere in chiave nuova pagine conosciute, e permette di cogliere aspetti nascosti nei testi ma indispensabili per impostare in modo corretto un discorso sull'oggi.