Principi e nozioni di diritto tributario
La crisi economico sanitaria pandemica del 2020 ha determinato un ritorno al centralismo ed al sovranismo nazionale e l’apertura di una fase di post-globalizzazione che condiziona gli ordinamenti tributari e finanziari nazionali. Tuttavia è emersa contemporaneamente l’esigenza di una sempre maggiore condivisione delle scelte di politica fiscale nazionale e di assistenza finanziaria da parte degli organi internazionali, che ha di sicuro inciso notevolmente rispetto al passato sul mantenimento dell’autonomia tributaria statale. La sospensione, se pure temporanea di vincoli in ambito UE come quelli derivanti dal patto di stabilità e del divieto di aiuti di stato, è stata ritenuta indispensabile per la ripresa economica ed ha consentito di introdurre incentivi finanziari ed agevolazioni fiscali anche di tipo formale e procedurale. Particolare attenzione da parte del legislatore è stata rivolta a quelle misure fiscali volte alla tutela dell’ambiente. È proseguita contemporaneamente la stagione di riforme del diritto sostanziale e procedimetale tributario del nostro ordinamento avviata nel 2015 che ha posto al centro la lotta all’elusione ed all’evasione, dedicando ripetuti sforzi alla costruzione di un nuovo rapporto tra il Fisco ed il contribuente. Il legislatore nazionale si è mosso in sintonia con i diversi Paesi europei e con gli Organismi e le Istituzioni internazionali. Ciò è stato possibile grazie all’attuazione di diversi principi comuni riconosciuti già da tempo in ambito europeo ed operanti anche in materia procedimentale e processuale tributaria. La mancanza di un regime fiscale comune che regoli e disciplini le attività svolte dalle imprese, ha generato inoltre la massima attenzione da parte dell’OCSE e della Commissione UE verso le attività di pianificazione internazionale e verso nuove realtà come quella della digital economy, difficilmente collocabili nei confini territoriali. È stato proposto a diversi livelli in ambito sovranazionale, un sistema di imposizione comune delle multinazionali non residenti e sono state individuate nuove risorse proprie UE volte ad incrementare le entrate del bilancio eurounitario. È continuato inoltre quel processo di trasformazione del rapporto d’imposta ispirato ad un modello comune procedurale di tipo collaborativo o di compliance. L’attenzione della giurisprudenza e del legislatore si è spostata verso l’obbligatorietà del contraddittorio effettivo in fase endo-procedimentale (sancita attraverso l’introduzione dell’art. 5-ter, legge n. 218/1997 ad opera della legge n. 58/2019), la diffusione ed evoluzione del principio del ne bis in idem e della proporzionalità in materia sanzionatoria, l’introduzione di indici di affidabilità fiscale in sostituzione degli studi di settore, la digitalizzazione dell’attività dell’amministrazione finanziaria e l’entrata a regime dal 1° luglio 2019 del contenzioso tribuario telematico...
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