Il principio di proporzionalità nel diritto penale. Scelte di criminalizzazione e ingerenza nei diritti fondamentali
Il presente studio si propone di indagare il tema dei limiti alle opzioni incriminatrici, ponendo in primo piano solo quelli il cui rispetto da parte del legislatore è sorvegliato in maniera vincolante in sede di scrutinio di costituzionalità. A tal fine vengono ricostruite le corrispondenze tra le differenti impostazioni teoriche accreditate nelle acquisizioni più ricevute della dottrina penalistica e le diverse letture della costituzione che queste evocano. Proprio sulla base delle riflessioni più recenti in seno alla dottrina costituzionalistica si analizzano i due "pilastri teorici" del sindacato sulla legittimità delle ingerenze pubbliche nei diritti fondamentali dei consociati: il principio di proporzionalità e la dottrina del chilling effect. Viene quindi esaminato se e come tali cardini concettuali della scienza costituzionalistica possano trovare applicazione anche nell'ambito delle scelte di criminalizzazione, in considerazione delle peculiarità intrinseche dello ius puniendi, già a partire dalla stessa struttura composita della norma penale. Si delinea così la dimensione attuale del problema, a partire dalla cornice teorica di inquadramento, le sue più aggiornate direttrici di senso, le esemplificazioni più critiche - e "sfidanti" - emerse nella giurisprudenza delle corti costituzionali e sovranazionali, le linee di sviluppo e le proposte di soluzione che pare possibile prospettare.
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