L' abuso d'ufficio. Tra legge e giudice
«Il reato di abuso d'ufficio è una figura ancipite. È varco e barriera insieme. Esso rappresenta, da un lato, lo strumento primo attraverso il quale il giudice penale può esercitare un controllo sull'attività amministrativa e, al contempo, con la sua struttura tipica rappresenta il limite entro cui questo sindacato può essere esercitato. Come tutti i territori di frontiera è dunque quasi fisiologico che esso rappresenti un terreno di contrasti, se non addirittura di scontro. Il problema è, appunto, dove passa il confine, come stabilire fin dove possa spingersi lo scrutinio del giudice penale e dove cominci il limite imposto dal tipo legale. Il problema è aggravato dal fatto che il reato di abuso d'ufficio, nonostante abbia costituito oggetto di ripetuti interventi riformistici, non è a tutt'oggi riuscito ad assumere un volto ben definito, così da consentire una applicazione giudiziaria sufficientemente certa e univoca. Ciò determina incertezze anche nella fase iniziale delle indagini giudiziarie, con la ricorrente emersione della preoccupazione che esso possa essere in alcuni casi impropriamente utilizzato come pretesto per avviare inchieste anche sulla base di sospetti molto labili o per assecondare la tentazione di esercitare forme di indebita ingerenza giudiziaria nell'attività politico-amministrativa, che, a posteriori, si rivelano non di rado prive di reale giustificazione (...)» (dall'introduzione)
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