Ophelia
Alice Pagani, giovane stella del cinema italiano, esordisce nel mondo della narrativa dando vita a una moderna favola nera, aspra e incantevole, che celebra l'immaginario di un'intera generazione, un racconto di formazione sorprendente, difficile da dimenticare.Il mondo in cui Ophelia ha trovato rifugio è molto più grande della penombra della stanza in cui trascorre le giornate, provando a indovinare la realtà oltre «l'intermittenza delle tapparelle». Il mondo di Ophelia è molto più grande dei campi attraversati di corsa per arrivare fino alle vecchie case sospese sopra il dirupo, dalle cui finestre si affaccia la gente sopravvissuta ai terremoti; oppure fino alla fermata dell'autobus che scivolando lento sulla «strada del sale» oltrepassa il confine della campagna mal coltivata. Il mondo di Ophelia è più grande del mare. Così, ascoltando il suono delle onde che «intonano il battito cardiaco del pianeta», un giorno Ophelia decide di andarsene. Di provare a inseguire quel bagliore che le è sembrato d'intravedere in fondo al pozzo d'ombra in cui vive la sua vita. Una corsa più lunga delle altre, al termine della quale Ophelia si ritroverà, non senza aver dovuto seppellire molte lacrime, a racchiudere tra le mani la luce accecante dei suoi sogni.