La conservazione dei dati esterni alle comunicazioni tra privacy ed esigenze di accertamento dei reati
Perché è così acceso il dibattito sul rapporto tra sicurezza e privacy? Quale rilievo assumono i dati esterni alle comunicazioni e quali rischi comporta la loro conservazione? L'atteggiamento di autorità garanti e legislatori nei confronti dei dati personali conservati a fini commerciali è stato rigoroso quanto quello riservato ai dati conservati a fini di accertamento e repressione dei reati? Questi sono solo alcuni dei quesiti cui il volume tenta di rispondere attraverso un approccio nuovo alla questione del corretto bilanciamento tra esigenze di sicurezza e privacy. Nella prima parte si esamina il concetto di sicurezza nelle sue mutevoli sfaccettature, con approfondimenti riguardanti i soggetti coinvolti, l'evoluzione nel tempo e gli studi sulla sua percezione soggettiva; una particolare attenzione viene dedicata al terrorismo e al ruolo cruciale dell'individuazione del responsabile di una violazione, operazione più complessa nel contesto della rete Internet. La seconda parte del volume è dedicata all'evoluzione normativa e giurisprudenziale della data retention e all'esame delle relative pronunce della Corte di giustizia europea e del Garante per la protezione dei dati personali. La loro analisi prende le mosse dai precedenti approfondimenti sulla sicurezza e sottolinea la mancata comprensione dell'importanza della data retention e la sopravvalutazione dei rischi di ingerenza nella vita privata, in linea con un principio di precauzione talmente intenso da ipotizzare il realizzarsi di un judgment of fear.