La forza della consuetudine. Costumi, costituzione, governo in Montaigne e Montesquieu

La forza della consuetudine. Costumi, costituzione, governo in Montaigne e Montesquieu

I temi intorno ai quali ruota la lettura di questi due classici del pensiero politico moderno sono le leggi, i costumi, le maniere di vivere, sempre al plurale, per Montaigne come per Montesquieu, e poi la costituzione e il governo. Le leggi sono stabilite, dice Montesquieu, esse sono istituzioni particolari, mentre i costumi hanno a che fare con l'esprit generale di una nazione, sono gli usi acquisiti, quelle usanze che per Montaigne sono le briglie necessarie dell'esprit, esteriori ma non istituite dalle leggi o dalla volontà del legislatore. Pratiche sociali collettive nelle quali l'individuo assume una certa piega nella rete dei rapporti in cui è preso. Negli intrichi della composizione sociale si mescolano una quantità di cose sottili e impenetrabili che producono un tessuto di rapporti grazie ai quali esso si tiene insieme. L'ordine più profondo, quello che per Montaigne è espresso dalla forza della consuetudine, è fatto anche per Montesquieu di relazioni plurali, di modi di fare e di essere che compongono nel tempo della lunga durata la costituzione di una società, lo 'spirito' delle sue leggi e il principio del governo. Così, pensare insieme Montaigne e Montesquieu fa emergere l'attualità di una linea genealogica di regolazione e di istituzionalizzazione delle pratiche sociali irriducibile al formalismo e all'astrazione delle moderne categorie del diritto e della sovranità.
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