Il cerchio magico. Infanzia, poetica e gioco come ghirlanda dell'educazione
Il cerchio magico è l'espressione utilizzata da Huizinga nel suo celebre "Homo ludens" per designare l'ambito del gioco e del giocare. È metafora di uno spazio di trasformazione dell'esperienza, di un processo di sua elaborazione in forma rappresentata, elaborata, pensata, raccontata, descritta, narrata, giocata, spiegata. Come nel gioco, anche nell'educazione, così nella dimensione poetica ogni elemento è connotato da un effetto di raddoppiamento, perché presenta al contempo caratteri reali e di finzione. Si tratta di istanze che tendono verso un altrove, sono alla base di una insoddisfazione per il presente e mostrano la tensione verso un futuro possibile. In questo senso gli assi del volume sono descritti nella loro relazione con questa alterità: l'educazione è un setting di sperimentazione della vita e spazio della sua elaborazione; l'infanzia è la stagione simbolica dell'esistenza, che mostra in nuce il processo germinativo dello sviluppo; la poetica è l'aurora delle cose e il loro raddoppiamento in immagine-parola; il gioco è l'imitazione della realtà e la sua continua ricreazione. Nel testo, la ghirlanda è intreccio di infanzia, poetica e gioco, ed emblema di un progetto educativo orientato dalla speranza (Freire, Durand, Bloch), come condizione materiale e simbolica per un progetto di uomo nuovo e di mondo nuovo.