Case iraniane. Il valore del vuoto
Nelle città storiche dell'altopiano iranico il tessuto urbano si è costruito attorno al vuoto; quello delle moschee, dei caravanserragli, delle madrase, e quello - più minuto - dei patii delle case. Oggi, come del resto in molte altre realtà del mondo, nella costruzione delle città il riferimento a elementi della tradizione è stato abbandonato. Alcuni sostengono a causa di una troppo rapida modernizzazione dei luoghi dell'abitare. Obiettivo del volume è quello di "incrociare gli sguardi" e mettere a confronto le idee, i punti di vista, le soluzioni progettuali di studiosi italiani e iraniani, di differente età e formazione, sulle possibilità di reintegrare nella forma della città contemporanea quei vuoti porosi che da un lato lasciavano respirare il tessuto urbano, dall'altro rappresentavano spazi di aggregazione sociale all'interno sia della casa che del tessuto edilizio. È possibile oggi reinterpretare quegli spazi vuoti, figure fondative dell'abitare, in chiave contemporanea senza sguardi retrò, facendo i conti con la questione della densità edilizia? È possibile oggi introdurre un certo grado di "porosità" - memore di quei vuoti - all'interno dei nuovi complessi edilizi? Spazi aperti, spazi aperti-coperti, loggiati, giardini sospesi capaci di rompere la monotonia delle cellule abitative e in grado di favorire la circolazione dell'aria e la ventilazione. Quali possibili figurazioni di spazi vuoti possono ospitare la condizione contemporanea e favorire le interazioni sociali in una città in cui lo spazio pubblico dopo la Rivoluzione è percepito come ostile? Introduzione di Kamran Afshar Naderi.