I fantasmi della Golden Age. Paura e incertezza nell'immaginario collettivo dell'Europa occidentale (1945-1975)
Quali sono le radici delle paure contemporanee? Il testo intende avanzare alcune riflessioni su questo interrogativo, analizzando quella stagione compresa tra la fine della Seconda guerra mondiale e la metà degli anni Settanta, quel trentennio di straordinaria crescita che vide l'Europa rinascere dalle proprie ceneri. Vista dalla particolare prospettiva della storia delle emozioni, quella golden age si rivela una stagione tutt'altro che spensierata, pervasa da numerosi spettri che sono in larga parte alla base di molte delle paure e delle insicurezze collettive del terzo millennio. L'attuale "società del rischio", pervasa da emozioni che alimentano un diffuso senso di smarrimento collettivo, spesso vagheggia un'età dell'oro perduta. L'analisi del trentennio di straordinaria crescita e trasformazioni che vide l'Europa rinascere come la mitica fenice dalle proprie ceneri, assume perciò una valenza importante, se non decisiva per la comprensione della dimensione post-moderna. Vista infatti dalla particolare prospettiva della storia delle emozioni, la golden age, come la chiamò Eric Hobsbawm, si rivela infatti una stagione tutt'altro che spensierata. Attraverso l'analisi delle sensibilità collettive di alcuni paesi dell'Europa occidentale (Regno Unito, Italia, Francia e in parte Germania) e utilizzando come chiave di lettura la stampa, il cinema, la radio, la televisione ma anche le arti figurative e le fonti visuali, il volume si concentra su alcuni degli spettri, reali o immaginari, che la contraddistinsero andando alla ricerca delle origini di molte delle paure e delle insicurezze collettive del terzo millennio.