Chiesa locale e relazioni di potere nel XV secolo. Sant'Orso d'Aosta tra il 1406 e il 1468

Chiesa locale e relazioni di potere nel XV secolo. Sant'Orso d'Aosta tra il 1406 e il 1468

Il libro ripercorre le vicende che videro i canonici di Sant'Orso d'Aosta protagonisti tra gli anni dei priorati di Antonio di Vallaise (1406-1449), Bonifacio Bordon (1440) e Umberto Anglici (1440-1467/68), un'epoca segnata sia dal conflitto interno alla comunità sia dallo scontro con i presuli. Un caso di studio specifico diventa così occasione per osservare dal basso, attraverso le carte di uno dei più importanti enti cittadini aostani, i cambiamenti che nel corso del XV secolo interessarono molte chiese locali. Quando nel 1464 papa Pio II nomina Francesco di Prez nuovo vescovo di Aosta, il capitolo di Sant'Orso d'Aosta elegge un presule concorrente, Giorgio di Challant; un gesto estremo che evidenzia una frattura interna alla chiesa aostana e delinea la compresenza di due modelli di chiesa locale: uno policentrico e composito, l'altro gerarchicamente ordinato al di sotto di vescovi sempre più legati a Roma. Questo episodio segna il culmine del contrasto che contrappose i priori di Sant'Orso e i vescovi di Aosta nel corso del XV secolo e contestualmente costituisce la premessa alla ricomposizione del conflitto. Il mancato sostegno del duca sabaudo all'iniziativa ursina determina la fine di una fase di sperimentazione e rivela come la sola strada per la costruzione della chiesa del principe dovesse passare per la curia romana - non sorprende quindi che di lì a poco la collegiata sarebbe stata concessa in commenda. L'autrice ripercorre le vicende che videro i canonici di Sant'Orso - tra gli anni dei priorati di Antonio di Vallaise (1406-1449), Bonifacio Bordon (1440) e Umberto Anglici (1440-1467/68) - protagonisti di un'epoca segnata sia dalla frattura interna alla comunità sia dallo scontro con i presuli. L'elevato livello di conflittualità si manifestò attraverso una serie di episodi e di gesti fortemente simbolici: curati contesi tra il priore e il presule, vittime infine di punizioni esemplari; condanne di scomunica su singoli uomini e intere comunità; uso implicito ed esplicito della violenza; ostentazione del potere. L'uso strumentale di istituzioni, persone e luoghi costituisce il filo conduttore della documentazione analizzata, nella quale ogni attore - canonici, priori e vescovi - piega a proprio vantaggio i differenti sistemi normativi vigenti. Un caso di studio specifico diventa così occasione per osservare dal basso, attraverso le carte di uno dei più importanti enti cittadini aostani, i cambiamenti che nel corso del XV secolo interessarono numerose chiese locali, nell'ambito della ridefinizione dei rapporti tra stati territoriali e papato.
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