Quando si andava in velocipide. Storia della mobilità ciclistica in Italia (1870-1955)

Quando si andava in velocipide. Storia della mobilità ciclistica in Italia (1870-1955)

La pratica ciclistica, dopo un periodo di oblio che aveva fatto gridare tanti alla morte della bicicletta, sta vivendo oggi nelle nostre città una stagione di rivincita. Quello a cui stiamo assistendo è un movimento di recupero della bicicletta come potenziale mezzo di trasporto da porre al centro di una revisione del sistema della circolazione che segni il passaggio dal monopolio dell'automobile privata allo sviluppo di un modello di trasporto urbano intermodale e sostenibile. Queste pagine ricostruiscono il passato del futuro: una storia di successo, quella della bicicletta come mezzo di trasporto (oltre che come strumento ricreativo). La storia di un mezzo meccanico, straordinariamente semplice nel suo funzionamento eppure così perfetto da rimanere sostanzialmente invariato nel corso di quasi due secoli, che ha accompagnato il paese nel lungo cammino di emancipazione dal gap di arretratezza e di ritardo industriale a cui le contingenze storiche lo avevano condannato. Ma anche la storia di una lunga, combattuta e non sempre vittoriosa battaglia per la conquista dello spazio pubblico, con la strada a fare da palcoscenico a una contesa che non ha riguardato solamente il pedone, la bicicletta o l'automobile, ma ha chiamato in causa, di volta in volta, visioni diverse dello sviluppo, del progresso, della democratizzazione, dell'industrializzazione e della modernizzazione del paese. A suo modo, una piccola storia d'Italia.
In Pubblicazione

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare