I rifiuti in edilizia. Riuso e riciclo nell'industria 4.0
L'utilizzo (distorto) delle risorse naturali è la causa principale dell'inquinamento di aria, acqua e suolo; i rifiuti invece sono la testimonianza tangibile del degrado e dello spreco. Ogni giorno tonnellate di questi, peraltro ingombranti, vengono abbandonati di fianco ai cassonetti; ogni mese altri, tossici, vengono interrati; ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare. Il problema si pone anche per il settore edilizio: in Italia, addirittura, non si ha neppure certezza di quanto viene scartato nelle attività di costruzione e demolizione; secondo stime non ufficiali quasi il 90% finisce in discariche illegali. Si aggiungano poi l'abusivismo, i crolli, le opere incompiute. È necessario quindi ripensare l'intero processo edilizio, a cominciare dalla programmazione, per garantire la gestione sostenibile dei rifiuti, attraverso anche la demolizione selettiva; per passare poi alla progettazione di componenti facilitandone il riutilizzo, agli appalti verdi, alla realizzazione di edifici con certificati ambientali e con soluzioni impiantistiche integrate, fino alla gestione (facility management) ed alla dismissione del bene in una logica di ciclo di vita. In questo testo si esaminano le nuove opportunità oggi a nostra disposizione: l'economia circolare, che consiste nell'utilizzare gli scarti dell'edilizia all'interno dello stesso comparto delle costruzioni; l'industria 4.0, che permette di trasformare i rifiuti da problema a risorsa; la digitalizzazione funzionale all'ottimizzazione dei processi ed al controllo degli sprechi; i componenti prefabbricati, disassemblabili, il cui riuso e riciclo è oggettivamente maggiore soprattutto se inseriti in un ciclo produttivo para-industriale. Ma non basta intervenire tecnicamente: green economy, eco-design, economia circolare, riciclo, sostenibilità, efficienza energetica, fonti rinnovabili sono enunciati vuoti, dichiarazioni sterili di principio, se non vengono applicati nella realtà dei fatti. Il problema è quindi culturale e richiede un'educazione più capillare e attenta. Motivo per cui in questo testo si analizza anche il ruolo della attuale comunicazione ambientale, con le sue modalità, i suoi contenuti (che dovrebbero passare dal catastrofismo a concrete proposte di costruzione di alternative) e la sua reale efficacia per creare una sensibilità ambientale diffusa, sottolineando che la sostenibilità coinvolge tutti indistintamente.