53° Parallelo. Libri, Vangelo e telai. L'epopea delle missionarie salesiane tra la Patagonia e la Terra del Fuoco
Il 14 novembre del 1877 sei ragazze italiane, la più giovane delle quali ha 17 anni e la più anziana 25, si imbarcano a Genova Sampierdarena sul piroscafo Savoie con tutti i loro beni racchiusi in un sacco di iuta e sbarcano, dopo ventuno giorni di navigazione, in America del Sud. La loro destinazione finale è la misteriosa, fosca Patagonia - addirittura al di là della Pampa - con la sua gelida coda, paradossalmente chiamata Terra del Fuoco. Un enorme buco geografico nelle conoscenze umane, un'angosciosa incognita riempita di scarse cronache vere e di bugie interessate, che parlano di genti inferocite dalle razzie dei "bianchi", di animali giganteschi e delle trappole di ghiaccio dello Stretto di Magellano: quelle lande "aspre e forti" che lo scrittore Francisco Coloane e papa Bergoglio hanno chiamato "le terre alla fine del mondo". A più di tredicimila chilometri dall'Europa e a tremila chilometri a sud di Buenos Aires, là dove la temperatura segna fino a 48 gradi all'ombra o scende precipitosamente sotto zero, tra scudisciate di vento gelido. Tre delle ragazze si chiamano Angela, due Teresa e una Giovanna. Sono suore Figlie di Maria Ausiliatrice, salesiane di don Bosco. Ma 53° Parallelo è anche la storia di quelle coetanee che le seguirono e che tra l'estrema Argentina e là dove finiscono le Ande cilene vissero, insegnarono, evangelizzarono, soffrirono la fame e la consunzione. E morirono. Erano le "forze speciali" dell'inerme ma efficientissimo esercito salesiano.