La prospettiva del giusto. Percorsi di realismo giuridico neo-classico
Il volume raccoglie alcuni saggi che si muovono lungo il medesimo filo conduttore, costituito dall'esigenza di affermare che il diritto, la giuridicità, pur ritraibile dalla storia, si fonda su una dimensione giuridica che è metastorica perché appartiene al codice gius-genetico della persona e delle relazioni inter-individuali. La discussione è condotta, in questa linea, verso la prospettazione di un giusto "naturale" nel prisma del diritto positivo; e tende a mettere in luce la preminenza di istanze etico-giuridiche, fondate oggettivamente, che si impongono alla scelta positiva, e che attengono alla natura stessa dell'uomo e dei rapporti sociali. Sicché il giusto "naturale", da originario criterio creativo del diritto, è profilato (anche) quale criterio di controllo e di interpretazione dei testi positivi, specie allorquando lo spazio della scelta positiva è così ampio da poter creare trattamenti diseguali nonostante l'identità di situazioni. Le prospettive della ricerca del giusto giuridico, messe in evidenza nel volume, consistono, in particolare, nell'enucleazione di ciò che, secondo ragione, spetta all'altro (il suum, che è oggetto di riconoscimento), dove ciò che spetta all'altro si profila alla luce di un processo logico di immedesimazione dell'io con l'altro. Ed è in tal senso che l'edificazione del diritto si muove nella direzione di scoprire la razionalità giuridica intrinseca alle diverse classi dei rapporti sociali, onde riavviare una concreta ri-scoperta del diritto nei suoi rapporti con la verità giuridica. L'analisi complessiva è, così, intimamente caratterizzata dalla necessaria riaffermazione, da un punto di vista propriamente giuridico, della validità del metodo del realismo c.d. classico, che, nella prospettiva positiva, ed in chiave specificatamente giuridica, è indicato come realismo neo-classico.