La messa alla prova minorile e reati associativi. Buone pratiche ed esperienze innovative
Nel presente volume vengono analizzate la teoria e le prassi applicative dell'istituto della sospensione del processo per messa alla prova minorile (art. 28 del DPR 448/1988), forma di "probation processuale", a trent'anni dalla sua entrata in vigore, dedicando un focus ai minori che hanno commesso reati di gruppo o reati associativi anche in contesti di criminalità organizzata, secondo le esperienze e le testimonianze di vari Tribunali per i Minorenni (Catania, Milano, Napoli e Reggio Calabria). Con le sue peculiarità di grande flessibilità e programmaticità e con i suoi obiettivi di cambiamento, questo istituto ha notevolmente contribuito ad abbattere il tasso di recidiva dei minorenni autori di reati. In merito alla casistica dei minori coinvolti in reati di gruppo o in reati associativi, il volume offre un aggiornamento sulle nuove prassi operative in materia di interventi di recupero psico-sociale, nonché una griglia realizzata da un gruppo di lavoro dell'Ufficio GUP del Tribunale per i Minorenni di Milano, fruibile dagli operatori psico-socio-educativi come guida agli aspetti diagnostici e trattamentali che la magistratura minorile ritiene imprescindibili nell'applicazione dell'istituto. I contributi pubblicati in questo volume contengono concetti fondamentali e innovativi applicati in questo ambito, come bellezza, empatia, contenimento psichico e mentale, rito di passaggio, stimolo al cambiamento e relazioni transferali istituzionali a vari livelli. Alcuni ragazzi hanno accettato di esprimere liberamente e in forma scritta la loro esperienza in sede di udienza finale di messa alla prova; le loro riflessioni riportate nel testo lasciano trasparire il travaglio sotteso e l'impegno profuso nel faticoso percorso maturativo e di cambiamento svolto durante il periodo di prova. Il presente volume è rivolto principalmente agli operatori della giustizia minorile, in particolare magistrati togati e onorari, avvocati, operatori dei servizi psico-socio-educativi del Ministero della Giustizia, del territorio e delle strutture residenziali penali, ma anche a tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo importante settore della Giustizia tesa all'applicazione del principio riabilitativo, che sottende la ripresa dei processi maturativi nella mente del minore che delinque, ritenendo l'intervento a ciò mirato necessario e proficuo per far evolvere la personalità in formazione verso migliori destini e per recuperare risorse preziose alla società.