La pratica dell'educatore con disabile intellettivo. Riabilitazione dell'etica professionale nella valutazione e negli atelier
Come umanizzare le pratiche assistenziali e quelle educative rivolte ai soggetti con disabilità intellettiva che frequentano le istituzioni di cura? Come rianimare il desiderio di sapere e la ricerca vitale delle équipe dei curanti? Questo testo si rivolge in modo particolare agli educatori professionali, proponendo diverse riflessioni sulla possibilità di riabilitare la supposizione dell'esistenza di un soggetto dell'inconscio anche in coloro che sono portatori di una menomazione intellettiva, talvolta aggravata da una grave sintomatologia psichiatrica. Riconsiderare il processo valutativo oltre la descrizione e l'elencazione dei comportamenti disfunzionali immediatamente riferiti a motivi deficitari, consente all'educatore di avvicinarsi alla supposizione dell'esistenza di un desiderio del soggetto dell'inconscio anche nella disabilità intellettiva. Un soggetto che, disabilitato al mondo dei legami simbolici, comunque domanda al proprio educatore di essere riconosciuto nel mondo significante e di essere partecipe di una dialettica del desiderio che lo includa in un sistema di relazioni umanizzate. Riconoscendo gli aspetti fondativi della struttura psichica (nevrotica o psicotica), l'educatore si trova nelle condizioni di rifondare la propria pratica nel rispetto di quanto la struttura dell'inconscio esige.
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