Sicurezza e salute sul lavoro. Quale cultura e quali prassi?
Avere una legislazione specifica in materia di prevenzione dei rischi psico-sociali non è una condizione necessaria per sviluppare e attuare politiche di gestione dei rischi psico-sociali in azienda, dando vita ad una sorta di cultura preventiva e garantire l'effettiva applicazione della legge. Sarebbe auspicabile prevedere strumenti idonei a favorire l'attuazione delle norme che siano sufficientemente flessibili per soddisfare ogni tipo di organizzazione. In mancanza, le norme astratte rischiano di rimanere inattuate, richiedendo, inoltre, riforme e aggiornamenti continui. Per questo è necessario, una volta assicurata la "certezza del dovere", anche il "sapere come". Nonostante nell'Unione Europea (UE) esista un quadro normativo comune disciplinante i rischi sul lavoro, permangono ancora molte differenze tra le discipline nazionali, soprattutto per quanto riguarda i rischi psico-sociali, dovuti probabilmente alle diverse culture e tradizioni giuridiche. La debolezza del sistema italiano sta proprio nel settore della prevenzione. Se la legislazione preventiva fornisce un riferimento sufficiente e un quadro normativo per organizzare e gestire una strategia specifica di prevenzione incorporando il rischio di molestie, violenza, stress, l'obbligo legale di proteggere il lavoratore passa attraverso l'articolazione di un pubblico e convenzionale criterio di aggiornamento concreto in materia di rischi sul posto di lavoro.
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