La nascita delle «scienze umane» nell'Italia post-unitaria

La nascita delle «scienze umane» nell'Italia post-unitaria

In un contesto di profonda trasformazione economica e sociale dell'Italia post-unitaria, si affermò un clima filosofico-culturale di stampo positivista, espressione della cultura laica e della borghesia in ascesa, il quale promosse lo studio "scientifico" - con "metodo positivo o sperimentale", come allora si diceva - dell'uomo in tutti i suoi aspetti, non solo in quanto homme physique ma anche in quanto homme morale, e tentò di sottrarlo alla speculazione filosofica. Ebbero così origine le cosiddette "scienze umane" - principalmente identificate nella sociologia, nella psicologia, nell'antropologia, nella criminologia, nella pedagogia e, ai confini con la medicina, nella psichiatria e nell'igiene - le quali, aspirando a uno "statuto scientifico" simile a quello delle "scienze della natura", aprirono la discussione sulla loro collocazione disciplinare tra le Naturwissenschaften e le Geisteswissenschaften. Il libro affronta alcune tematiche legate a questa nascita, avvenuta in un crogiolo intellettuale assai complesso pieno di molteplici e differenti ingredienti. Muovendo dall'analisi delle peculiari caratteristiche del positivismo italiano, il discorso passa poi attraverso il pensiero sociologico segnato dalla figura di Labriola e tocca alcuni nuclei storici, teoretici e istituzionali, delle nascenti scienze psicologiche, antropologiche e pedagogiche, a mano a mano soffermandosi su alcuni protagonisti di questa straordinaria stagione culturale.
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