La città digitale. Sistema nervoso della smart city
Dall'inizio dell'era moderna diverse interpretazioni positiviste della tecnologia hanno diffuso la convinzione che con essa tutto possa essere realizzato. L'eccessiva semplificazione sulla traduzione automatica agli inizi dell'epoca dei computer e l'intelligenza artificiale, più vicina ai nostri tempi, non sono che due esempi emblematici di questa visione "ottimistica". Anche il tema dell'automazione dei servizi, e in particolare della città digitale, si potrebbe prestare a questo tipo di lettura: le tecnologie per l'automazione dei servizi e per le interazioni, basate su Rete, sono effettivamente, e senza eccessiva fiducia, disponibili, mature e pronte per la loro utilizzazione. Ciò nonostante il ritardo che si registra nella loro effettiva applicazione, utilizzazione e diffusione è sorprendente. Tale effetto generalizzato non può essere attribuito al caso, ma deve trovare origine e cause nei contesti sociali, economici, organizzativi e istituzionali ai quali i servizi sono rivolti. Una motivazione fra tutte risiede certamente nel fatto che l'automazione diffusa (o pervasiva) dei servizi risulta essere più un processo organizzativo e di costume che un processo strettamente tecnologico. L'analisi di questi aspetti, delle complessità che sono legate allo sviluppo e alla diffusione di modelli di città digitale è al centro della riflessione condotta nelle pagine di questo volume.
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