L' eguaglianza nella previdenza di genere
Negli ultimi anni l'Unione Europea chiede con forza ai paesi membri di revisionare i propri regimi pensionistici allo scopo di adeguarli alle mutate esigenze di vita degli individui e di garantire la sostenibilità a lungo termine della spesa pubblica previdenziale. La necessità di formulare su nuove basi l'attuale Modello sociale europeo si è posta in termini ancora più impellenti, a causa della recente crisi economico-finanziaria e delle ripercussioni da essa prodotte sul livello d'indebitamento pubblico. Alla luce di tali orientamenti, confluiti nella sentenza CGUE Commissione vs Italia del 2008, il nostro Stato ha avviato un ripensamento generale dei sistemi pensionistici, che ha condotto a un notevole innalzamento dell'età pensionabile e alla transizione definitiva al sistema contributivo. Tale sistema, in quanto strettamente legato alla vita lavorativa, incide in modo particolarmente negativo sui soggetti svantaggiati e in primis sulle donne. Le ripercussioni prodotte dalla pronuncia europea hanno stimolato un'analisi dei significati che il principio di eguaglianza ha assunto nella dimensione interna e in quella comunitaria. Da qui la necessità di ridefinire gli attuali rapporti tra Stato e mercato, alla luce dei cambiamenti che hanno interessato il mercato del lavoro e dei vincoli posti dalla governance economica europea.
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