Orientamento sessuale e diritti civili. Un confronto con gli Stati Uniti d'America
"Tutti gli uomini sono creati uguali. Non importa con quanto impegno ci provino, non riusciranno mai a cancellare queste parole. Questa è l'America!". A parlare è Harvey Milk, il militante gay brutalmente assassinato assieme al Sindaco di S. Francisco il 27 novembre 1978, e lo fa attraverso una profetica esortazione che nasconde un'elementare regola d'esperienza: il percorso dell'uguaglianza, per quanto accidentato e faticoso, porta sempre al progressivo riconoscimento della dignità di ogni persona, dunque anche di gay e lesbiche. Così è avvenuto e sta avvenendo negli Stati Uniti, come annunciano alcune recenti dichiarazioni del Presidente Barack Obama, e così avverrà presto o tardi anche in Italia, dove dottrina e giurisprudenza, nell'imbarazzante silenzio della classe politica e di un legislatore recalcitrante e schivo rispetto ai propri doveri costituzionali, stanno convergendo verso un sempre maggiore riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone omosessuali e delle coppie dello stesso sesso. Questa promessa di uguaglianza, che troviamo con identica ispirazione e contenuto nei testi costituzionali dei due Paesi, attende solo di essere finalmente adempiuta.
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