Società a partecipazione pubblica e servizi pubblici locali
Ritorna, più che in altre epoche storiche, l'eterna dialettica tra il pubblico ed il privato, riproposta, in tale frangente, nella problematica inerente il corretto inquadramento sistematico delle società di diritto privato partecipate da enti pubblici, nella stragrande maggioranza dei casi impiegate quale modalità di gestione ed erogazione dei servizi pubblici, più in particolare dei servizi pubblici locali, rendendo, nel contempo, nuovamente attuali le pregevoli considerazioni dello Spaventa, prima, e del Giolitti, poi, sulle ragioni a sostegno dell'intervento pubblico nella economia, pronunciate nell'ambito dello scontro ideologico consumatosi tra liberisti e socialisti della cattedra (interventisti). Scontro ideologico che, seppure in base a differente impostazione, può nuovamente ritenersi alimentato, da un lato, dalle spinte liberaliste di matrice europea e, dall'altro, dalle necessità di intervento degli Stati nella economia imposte dalla recente gravissima fase di recessione economica mondiale. L'approvazione del D.Lgs. 19 agosto 2016, n. 175 recante il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (in vigore dal 23 settembre 2016) sebbene ha formalizzato la opzione per l'inquadramento sistematico delle stesse tra quelle di diritto privato, tuttavia continua a lasciare irrisolte talune problematiche e dubbi, anche sotto lo specifico profilo del se si tratti di società ordinarie di diritto privato oppure di società speciali. Ulteriori problematiche sono state, poi, evidenziate dalla Corte costituzionale con la recente sentenza 251/2016, costringendo il Governo ad attivarsi al fine di addivenire, entro breve termine, alla approvazione di un decreto correttivo, del quale, al momento, è stata approvata la bozza nella recente seduta del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017. Nello studio che verrà qui di seguito riproposto si terrà, ovviamente, conto, sotto lo specifico profilo della incidenza sul regime delle società partecipate, anche delle novità introdotte, sia dalle nuove direttive europee 23, 24 e 25/2014 in tema di appalti, sia dal D.Lgs. 50/2016 di recepimento delle stesse, sia dal D.Lgs. 97/2016 con riferimento alla L. 190/2012 ed al D.Lgs. 33/2013 recanti la disciplina degli obblighi in tema di anticorruzione e trasparenza. Nessuna novità rileva, invece, con riferimento alla disciplina in tema di modalità di organizzazione e gestione dei servizi pubblici economicamente rilevanti, essendo rimasta inattuata la delega per il riordino della stessa, conferita al Governo con la norma di cui all'art. 19, L. 124/2015 (cd. Legge Madia) ed ormai scaduta in data 27 novembre 2016.
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