La morte del messia
La metafora sacrificale è stata utilizzata in diversi testi del NT per interpretare la morte di Gesù in croce. In un momento successivo, quando ormai il significato dei sacrifici israelitici non era più compreso nel suo significato originario, Anselmo d'Aosta ha elaborato la teoria chiamata "espiazione vicaria". In base a essa Gesù, morendo sulla croce, avrebbe scontato la pena dovuta ai peccatori, soddisfacendo così una volta per tutte le esigenze della giustizia di Dio e riconciliando l'umanità con lui. Questa teoria è diventata per secoli la spiegazione ufficiale della morte di Gesù. Essa però ha rivelato da tempo i suoi lati deboli. Da una parte non risponde all'idea di sacrificio dell'Antico e del Nuovo Testamento e, dall'altra, riduce la morte del Messia a un fatto mitologico, al pagamento cioè di un debito contratto da tutta l'umanità nella persona del suo lontano progenitore. In questo studio l'autore dimostra come la teoria di Anselmo non sia conforme ai dati biblici e inoltre presupponga un'immagine di Dio che non è in armonia con quella attestata nel Vangelo. Oggi questa teoria deve essere messa da parte se si vuole comprendere il vero significato della morte di Gesù.
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