Passando da Stekel. Edizione critica dell'autobiografia di Wilhelm Stekel
"Mauvais sujet, bete noire della psicoanalisi, canaglia. E ancora: intemperante, incostante, senza scrupoli, bugiardo, meschino, "porco", imbecille. Così Freud definì a più riprese Stekel dal 1911, verso la fine del loro sodalizio. Né la successiva tradizione psicoanalitica è stata più tenera nei confronti di questo pioniere, del quale ci ha fatto giungere un'immagine prevalentemente svalorizzata o negativa tout court. Pure, occorrerebbe riconoscere a Stekel diversi meriti, come anche Freud dovette, a volte suo malgrado, fare. Nel panorama italiano più ancora che in altri, Stekel è stato ed è figura privata di voce: una lettura critica della sua autobiografia può consentire di accostare la sua parola, le sue idee e la sua versione su come andarono le cose con Freud e con la psicoanalisi, divenendo spunto per più ampie riflessioni sulla storia delle prime fasi di questa disciplina e dei suoi primi protagonisti".
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