L'ultimo dei romantici libertini
"Giacciamo, gracchiando furenti nel vento, negl'intimi meandri delle nostre pulsioni furibonde, ululanti, strangolati da una realtà cagnesca, siamo identità smarrite nel crogiolo poliedrico di razze eleganti e inestinguibili di forza energetica maestosa. Inalberati, arrabbiati, rossi in volto, dalle avverse circostanze erosi, sviliamo nei tramonti 'cerbiatti' di ser(at)e pallidamente ristoratrici, sognando libranti i cieli limpidissimi delle astrazioni color (cob)alto, lanceolati, guerrieri della libertà avventurosa, inseguitori di fuggenti attimi, stritolati, ci raschiamo, rischiando, avviluppati da melodie inneggianti alla poderosa anima possente, sciolti nell'azzurro veloce delle interiori vetustà amanti del turbinoso schizzar tra strade di fango, 'impaurite', poetiche d'inarrivabile nostalgia, uomini lirici da due lire ma con un cuore irrefrenabile che, perseverando imperterrito, 'a terra', abbrustolito da (s)tinte emozioni fragili, ci scorpora e ingloba nel caos stupendo del volar intrepidi, mai tiepidi. Angeli di un altro (in)felice pianeta nostro. Marziani e martiri, casinisti e 'ingombranti', noi..."
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