Orme antiche, a nord del futuro
Il saggio propone un'attività di speleologia filosofica nelle trame del nostro immaginario, ovvero un'immersione nelle carni storiche degli ammiccanti concetti che costellano la topologia mentale moderna (crescita, salute, bisogno, educazione, progresso); ciò, al fine di comporre l'identikit dell'Occidente unitamente al "tipo d'uomo" che lo abita. Ne emerge una critica costruttiva all'ideologia dominante e una messa a fuoco della sottesa, implicita, crisi antropologica. In maniera congiunturale, il testo abbozza altresì uno stile di cittadinanza "attiva e responsabile", pronta ad esercitare una resistenza appassionata, un'interrogazione radicale ai dispositivi di "potere". L'esercizio di contro-pensiero che ne risulta, si fa perciò espressione di un'assiologia imperniata sull'autolimitazione, ovvero sull'attiva padronanza di sé; la quale, lungi dall'essere sinonimo di insensibilità, veicola piuttosto una questione di temperanza (enkrateia).
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